L'intero incasso sarà devoluto ad Airc - Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro.
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L'intero incasso sarà devoluto ad Airc - Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro.
Il saggio descrive la figura di Clelia Grillo Borromeo, personaggio di spicco del mondo culturale milanese del Settecento, attraverso la vasta documentazione raccolta nell’Archivio Borromeo all’Isola Bella. Sin dai primi documenti d’archivio, che si riferiscono alla trattativa per il matrimonio con Giovanni Benedetto Borromeo, la sua personalità emerge come esuberante e caratterizzata da una particolare vivacità intellettuale che sarà all’origine di diversi contrasti con il suocero Carlo IV Borromeo. L’educazione dei figli e il salotto di “conversazione” che Clelia apriva ogni sera nella sua casa per accogliere i più importanti uomini di scienze e cultura italiani e stranieri sono solo due motivi del complicato rapporto. I litigi si ripeteranno anche con il marito e successivamente con il primogenito per motivi di eredità. Clelia lascia Palazzo Borromeo per trasferirsi in un’altra casa di famiglia in via Rugabella a Milano dove istituisce un salotto che sarà definito il più mondano della città e diventerà un riferimento per Filippo di Borbone, insediatosi nel 1745. Al ritorno dell’occupazione austriaca, però, la contessa accusata per le sue simpatie filospagnole è costretta a un lungo esilio nella Repubblica di Venezia finché nel 1749 l’imperatrice Maria Teresa le concede la libertà. Clelia Grillo Borromeo riprende così il suo ruolo di aristocratica ricca di interessi scientifici che porterà avanti nei decenni successivi fino alla morte nel 1777, in età avanzata, ma ancora nel pieno delle sue attenzioni per la cultura, come testimonia l’inventario dei libri della sua biblioteca.
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