La ricchezza della natura nei mieli artigianali del Lago Maggiore

23/09/2021

Scoprire in un alveare tutta la meraviglia della natura, la delicatezza del suo equilibrio quasi perfetto e l’importanza della stabilità climatica per il benessere di ogni specie. L’apiario stanziale del Parco Pallavicino a Stresa è un caso esemplare per osservare il processo completamente naturale di produzione dei mieli artigianali del Lago Maggiore e la stretta relazione con gli altri elementi della natura. Nell’oasi naturale che si estende su una superficie di 18 ettari sono presenti circa 10-12 arnie, ognuna con la sua regina. 

 

Ogni anno la produzione di miele è legata a doppio filo agli eventi climatici e alle fioriture. La stagione apistica inizia a febbraio/marzo: con l’avvicinarsi della primavera aumentano le ore di luce e i ciliegi più audaci iniziano a sbocciare. E’ il momento in cui l’apicoltore, che procura alle api ricovero e cure favorendone lo sviluppo, inizia a monitorare le api e il loro stato di salute, al risveglio, dopo l’inverno che per la specie è un momento critico. Con il trascorrere dei giorni e delle settimane, le regine riprendono a deporre le uova, nascono le larve e le famiglie diventano sempre più numerose. Dopo il ciliegio, a maggio sul Lago Maggiore ha luogo la fioritura dell’acacia che permette di ottenere un miele chiaro, dolce, morbido, con un retrogusto di confetto, in assoluto il più apprezzato e richiesto. In questo periodo le api sono al massimo della loro attività. Nei mesi di giugno e luglio è la volta del castagno: il suo sapore deciso e il retrogusto leggermente amarognolo lo rende perfetto per accompagnare i formaggi. Si produce anche il miele millefiori che è un multiflora caratterizzato da un mix di fioriture stagionali diverse a seconda della zona in cui le api raccolgono il nettare.

Le api sono attratte dal nettare delle piante di cui fanno scorte da portare nell’alveare dove avvengono diverse lavorazioni a cura degli insetti, come la deumidificazione, prima del deposito del miele nelle cellette. Questo miele viene immagazzinato dalle api stesse per nutrirsi durante l’inverno, quando la famiglia resta in glomere e le attività si interrompono, o nei periodi in cui le fioriture scarseggiano. Alla vigilia dell’autunno fiorisce l’edera da cui le api attingono per le scorte invernali: se non è sufficiente, sarà l’apicoltore a provvedere al nutrimento con sciroppi di acqua e zucchero e successivamente con zucchero candito. 

 

Nel processo di produzione del miele artigianale l’apicoltore aggiunge sopra le arnie dei melari, debitamente separati dal nido, dove le api depositeranno il miele che non trova spazio nell’arnia. Questo è il miele che viene portato in laboratorio, dove viene deumidificato, centrifugato per toglierlo dai telaini fatti dalle api con la cera per “proteggerlo”, filtrato, inserito all’interno di maturatori e invasettato.

 

Oltre a rappresentare un sistema sofisticato ma molto delicato, le api sono anche un indicatore biologico straordinario e una specie da cui dipende anche la sopravvivenza di molte piante e della produzione agricola. Purtroppo con i cambiamenti climatici, che si manifestano con inverni più caldi e primavere colpite da gelate, le api sono sempre più a rischio estinzione e la produzione di miele è già compromessa. In Italia quest’anno è in diminuzione del 25% (dati Coldiretti). Per questo è importante portare in tavola mieli artigianali italiani, controllando sempre l’origine in etichetta o rivolgendosi direttamente ai produttori locali.